2. Riferimenti e sigle¶
2.1. Note di lettura del documento¶
Conformemente alle norme ISO/IEC Directives, Part 3 per la stesura dei documenti tecnici questo documento utilizza le parole chiave «DEVE», «DEVONO», «NON DEVE», «NON DEVONO», «DOVREBBE», «NON DOVREBBE», «PUÒ» e «OPZIONALE», la cui interpretazione è descritta di seguito.
DEVE o DEVONO, indicano un requisito obbligatorio per rispettare le Linee Guida;
NON DEVE o NON DEVONO, indicano un assoluto divieto delle specifiche;
DOVREBBE o NON DOVREBBE, indicano che le implicazioni devono essere comprese e attentamente pesate prima di scegliere approcci alternativi;
PUÒ o POSSONO o l’aggettivo OPZIONALE, indica che il lettore può scegliere di applicare o meno senza alcun tipo di implicazione o restrizione la specifica.
Per compattezza, gli esempi di JSON possono essere serializzati anche in formato YAML (vedi anche https://www.w3.org/TR/json-ld11/#data-model-overview). E’ in corso la standardizzazione del formato YAML-LD utile a rappresentare nel più conciso formato YAML contenuti Linked Data.
2.2. Riferimenti normativi¶
2.3. Termini e definizioni¶
Agid: Agenzia per l’Italia Digitale
API: Application Programming Interface
YAML: https://yaml.org/spec/
Erogatore, Fruitore, e-service: ai sensi del Modello di interoperabilità delle Pubbliche Amministrazioni composto dalle Linee Guida emanate da Agid.
JSON: RFC8259
RDF: Resource Description Framework. Un framework che permette di rappresentare informazioni sul web basandosi su due strutture dati: grafi (insiemi di triple soggetto-predicato-oggetto) ed elementi (IRI, blank e literals); e su dei vocabolari di elementi identificati tramite degli IRIs e dei namespace. Un rdf-dataset è un insieme di grafi.
JSON-LD 1.1: https://www.w3.org/TR/json-ld11/ è un formato che permette di serializzare in JSON delle informazioni basate sul RDF modello dati RDF. Un documento JSON-LD è quindi sia un documento RDF che JSON, e rappresenta un’istanza di un RDF data model. JSON-LD inoltre estende RDF per permettere la serializzazione di dataset RDF generalizzati.
Vocabolario: w3c Nel Semantic Web, i vocabolari definiscono i concetti e le relazioni (chiamati anche «termini») usati per descrivere e rappresentare un’area di interesse. I vocabolari possono essere molto complessi (con diverse migliaia di termini) o molto semplici (descrivendo solo uno o due concetti). I vocabolari sono gli elementi di base per le tecniche di inferenza sul web semantico. Ontologia: una ontologia è un insieme di assiomi logici che concettualizzano un dominio di interesse definendo dei concetti e la semantica delle relazioni tra essi. Quando le ontologie contengono ulteriori restrizioni (eg. vincoli allo schema) non sono propriamente vocabolari.
Man ≡ Human ∩ Male
Child
Father ≡ Man ∩ ∃ hasChild.
Core Vocabulary: un modello dati semplificato, riusabile ed estensibile che individua le caratteristiche fondamentali di un entità in modo indipendente dal contesto e dalla sintassi.
Vocabolario controllato: un vocabolario dove i termini sono validati da un’autorità designata. Può essere di diversi tipi - eg. una lista (codelist), una struttura gerarchica (tassonomia), un glossario ed un tesauro (che aggiunge ad una tassonomia ulteriori vincoli). Esempi di vocabolari controllati europei si trovano qui https://op.europa.eu/en/web/eu-vocabularies/controlled-vocabularies Schema di dati: Uno schema è una rappresentazione/descrizione formale e machine-readable del contenuto effettivo o potenziale dei dati contenuti in un oggetto separato. In altre parole, è l’insieme di istruzioni semantiche e sequenziali che possono essere usate per controllare l’input memorizzato in un dato file, o per collegare un file che rispetta tali istruzioni a un sistema o un’applicazione di scambio di informazioni. Esistono diversi formati per descrivere degli schemi, tra cui xml-schema e json-schema. Definizione formale della sintassi di una entità. Vedi https://json-schema.org/understanding-json-schema/about.html