1.5. Scopo del Catalogo¶
Il Catalogo intende contribuire e agevolare l’interoperabilità tra le basi di dati di enti diversi con la progettazione e implementazione di una semantica condivisa che supporta la definizione di servizi digitali. Uno dei suoi possibili utilizzi è quello di abilitare la ricerca e il riuso di risorse semantiche (i.e., ontologie, schemi dati e vocabolari controllati) per lo sviluppo di API (Application Programming Interface) sulla PDND, che siano semanticamente e sintatticamente interoperabili grazie a standard specifici come RDF e i servizi REST, rispettivamente, contenuti nel Catalogo.
Un prerequisito per la costruzione del catalogo è la creazione di rappresentazioni formali del significato dei dati della PA fondata su un’analisi dei concetti utilizzati e che consideri attentamente la particolare natura degli stessi. Una parte preponderante del patrimonio informativo pubblico è costituita da dati generati nello svolgimento di procedimenti amministrativi che corrispondono, dunque, ad entità anche dell’ordinamento giuridico e relative relazioni tra esse. In tal caso, la chiave di lettura necessaria per le analisi concettuali dei dati amministrativi sono le classificazioni giuridiche.
Tale metodo consente di perseguire un’armonizzazione semantica anche in un contesto “federato” come quello del Catalogo, in cui vengono raccolte risorse semantiche gestite dai singoli enti, che designeremo come Contributori al Catalogo. Questo approccio garantisce la condivisione del significato dei dati e, quindi, di un appropriato livello semantico di interoperabilità.