1.7. Contenuti del Catalogo¶
Il Catalogo raccoglie in schema.gov.it le risorse semantiche già pubblicate dalle singole pubbliche amministrazioni, di cui gli stessi enti sono gli unici titolari, mantenendo così la responsabilità in merito al contenuto. Le tipologie di risorse semantiche supportate dal Catalogo sono:
ontologie, ovvero la rappresentazione formale, condivisa ed esplicita, di un dominio della conoscenza;
vocabolari controllati, liste, tassonomie, glossari e tesauri di termini e codici utilizzati per valorizzare concetti, indicizzare e recuperare informazioni;
schemi di API creati dagli enti per descrivere, riferendosi alle ontologie e ai vocabolari controllati, le interfacce di programmazione delle applicazioni, il cui elenco è fornito dalla PDND.
Per ulteriori dettagli sulle classificazioni delle risorse semantiche, fare riferimento qui.
Il Catalogo può essere esteso con nuove risorse, così da aumentare le possibilità di riuso dei concetti semantici, ad esempio, nell’ambito di sviluppo degli e-service erogati dalle pubbliche amministrazioni, e conseguentemente favorire la crescita dell’interoperabilità semantica nel settore pubblico.
È buona pratica, prima di proporre nuove risorse semantiche, esplorare le risorse nel Catalogo tramite portale schema.gov.it. Nel caso in cui il dominio di appartenenza delle risorse che il Contributore vuole modellare sia già presente a catalogo, ma vi sia l’esigenza di rappresentare una nuova entità e/o proprietà di un’entità presente in esso, il Contributore potrà valutare di estendere quanto presente per rispondere alla proprie esigenze di modellazione oppure «l’opportunità di definire/aggiornare delle entità e/o proprietà a livello nazionale» (cfr. Linee Guida sull’interoperabilità tecnica delle Pubbliche Amministrazioni). Per ulteriori dettagli in merito, fare riferimento alla sezione dedicata.
1.7.1. Creazione e gestione dei repository per le risorse semantiche¶
Considerato il funzionamento di harvesting di Schema, ovvero il processo di acquisizione dei contenuti semantici e conseguente caricamento sul Catalogo (rif. Raccolta e memorizzazione dei dati semantici) è necessario che ogni Contributore crei o abbia già a disposizione un repository da cui esporre le proprie risorse semantiche che saranno, quindi, raccolte in schema.gov.it come descritto nel manuale operativo.
1.7.2. Quando chiedere semantic stewardship ad Istat¶
In qualità di Soggetto Attuatore del Progetto, l’Istat offre alle pubbliche amministrazioni interessate a pubblicare risorse semantiche nel Catalogo, una semantic stewardship finalizzata alla creazione di risorse in linea con i propri standard. In questo caso, il Contributore sceglie di affidare all’Istat l’analisi concettuale del proprio dominio di interesse e la conseguente rappresentazione in modelli di dati oppure definire concettualmente, secondo quanto indicato in La semantica dei dati della PA e Scopo del Catalogo. la semantica del proprio dominio e richiedere la modellazione ontologica e/o la definizione di vocabolari controllati e/o la definizione di schemi dati.
Tale modalità è da scegliere nel caso in cui il Contributore abbia
necessità di supporto per la creazione delle risorse semantiche relative
ai propri dati. In questo caso, il Contributore si interfaccerà
direttamente con l’Istat al fine di individuare i contenuti da
pubblicare sul Catalogo; le attività di strutturazione sintattica e
semantica dei contenuti saranno curate da l’Istat, col supporto del
Contributore. Il Contributore, in quanto responsabile dei contenuti
semantici relativi ai propri dati, dovrà approvare, nel caso di
ontologie, le definizioni dei concetti e delle loro relazioni, mentre,
nel caso di vocabolari controllati, dovrà fornire la classificazione ed
eventualmente la sua gerarchia nel caso di vocabolari più articolati in
un formato strutturato (ad esempio, in file .csv
) che riporti: il livello di
gerarchia, la relazione gerarchica padre-figlio, la codifica, il lemma e
la descrizione delle singole voci di classificazione in italiano, in
inglese e in altre lingue se necessario per i fini del dominio in
oggetto. Invece, nel caso di un e-service, dovrà fornire documentazione
descrittiva del servizio e nello specifico dell’input e dell’output
dello stesso.
Riguardo all’individuazione del dominio degli URI e del repository, il Contributore sarà supportato dall’Istat nella scelta tra le alternative descritte in Scelta degli identificativi univoci nel web.